Il Ticino che io conosco, è il fiume che lambisce Vigevano ed è li da quando sono nato, infatti i primi ricordi risalgono all’infanzia quando era la meta preferita delle girate in bicicletta. Quando, nelle sue acque allora balneabili, in molti impararono a nuotare, pescare e molto altro, l’interesse oggi continua scoprendo continuamente nuove sfaccettature del “fiume azzurro”.
La descrizione ha visto e vede impegnati molti professionisti con opere molto valide e dettagliate a cui non ambiamo sostituirci. Farlo a modo nostro è necessario per rendervi partecipi di una fetta molto importante del territorio che ci circonda influenzando direttamente e indirettamente la nostra attività.
La conoscenza del Ticino inizia molti anni fa partendo dal “Ramo delle Streghe”, meta dei giorni di festa per sconfiggere la calura estiva. Si potevano trascorrere intere giornate a fare freschi bagni e ad osservare i pescatori divisi fra quelli che acchiappavano tantissimi pesci e quelli con poco pescato nel retino. Giunse il poi il giorno della prima “tre pezzi di bambù” e l’iniziale convinzione: dove c’è acqua c’è pesce. Imparando a conoscere i primi piccoli pesci, le mitiche Alborelle, e ascoltando i genuini consigli dei frequentatori si cominciava a imparare la differenza generata dai movimenti dell’acqua, come riconoscere le varie profondità e i fondali, le insidie delle correnti, le zone migliori per la pesca e dove fare il bagno senza pericoli. riconoscendo le sorgenti dove abbeverarsi e trasformando la convinzione comune in: dove c’è l’acqua giusta c’è molto pesce. si imparò a riconoscere ed individuare i molti pesci che frequentano le anse del fiume amico: le Bottine nelle correnti con basso fondale, i Vaironi nelle acque mosse, le Scavarde nei fondali fangosi e acque stagnanti, le Savette sempre in grossi branchi in acque mosse con molte alghe, le anguille nelle anse con acqua ferma e fangosa, il Persico nelle acque ferme , la Trota salmonata in acqua corrente molto veloce, il Pesce Gatto nelle acque profonde e ferme, i Cavedani ovunque, gobbi nelle acque ferme e basse, i Balbi nelle correnti con acqua alta, I Lucci nelle acque ferme e profonde, le Tinche nelle anse profonde e fangose, le Carpe nelle anse profonde e limitatamente fangose, le Scartoselle in acque veloci, i gamberi di fiume (visti due volte in tutta la mia esistenza). Ma l’attrazione maggiore per la pesca è rimasta nel tempo l’alborella che si trova un po’ ovunque, se pescata in acque mosse allungata e smilza invece in acque ferme piccola, panciuta, infine molto grande e particolarmente carnosa vicino allo scarico dei depuratori. Con l’avvento della bicicletta l’orizzonte si amplia. Scoprendo per primo il Ramo dei Prati, angolo straordinario con molti punti di acque sorgive limpidissime e freddissime che attraversando nei periodi di secca il basso ramo del fiume. L’isola dell’Ochetta dove si generano grosse Lanche che offrono uno spettacolo indescrivibile con pesci di ogni specie intrappolati nelle pozze e tutti i loro predatori naturali uccelli e animali che fanno capolinea per il banchetto. I pescatori di passaggio consigliavano per bottini miracolosi il Grillo Verde, armati delle nostre biciclette si affrontava il viaggio ed ecco un nuovo mondo di mostri meccanici che estraevano sassi dal fiume (erano ancora autorizzate le cave) creando anse artificiali, il rifugio per molti pesci specialmente nel periodo freddo quando l’acqua stagnante, leggermente più calda, offre rifugio ad ogni specie per la felicità dei pescatori. La vita del fiume è cadenzata dalle piene, la più impetuosa e devastante è quella autunnale alimentata dalle forti piogge che ingrossano velocemente il fiume. non è raro osservare durante questi periodi piante intere trasportate dalle acque come se fossero stuzzicadenti, porzioni di sponde erose dall’impeto della corrente che travolge tutto quello che si trova nel nuovo corso. Siano Casotte, strade o massicciate per poi tornare alla solita quiete per tutto l’inverno in attesa della piena primaverile, non meno impressionante per la quantità e la forza delle acque, offrendo immagine di inarrestabile potenza, trascinando con se tutto quello che incontra e al successivo ritorno della calma. Lo spettacolo continua osservando il ritorno alla naturale limpidezza delle acque con i fondali ripuliti dalle alghe, i sassi luccicanti e le nuove piccole spiagge di sabbia finissima. Crescendo si allargano gli orizzonti e potendo percorrere i numerosi sentieri che costeggiano il fiume si scoprono nuovi siti come Villa Reale, Taraplino con la centrale elettrica, Broglio, la Conca Azzurra, la Braghettona, la iala, i Ronchi e angoli e pozze incontaminati senza nome con le loro particolari piante, fiori, funghi. E poi gli animali e gli uccelli abituali frequentatori di questi scorci di natura e neanche tanto infastiditi dalla nostra presenza. Con l’avvento della scuola scopro che il fiume era abitato, con stupore, fino dalla preistoria sviluppando la cultura di Golasecca e visitando il Museo Civico di Sesto Calende si scopre l’importanza dei corsi d’acqua per l’uomo e anche nelle grandi e stupide battaglie della storia il Ticino diventa protagonista. Come nella Battaglia del Ticino fra Annibale e Scipionee nella ben più gloriosa e famosa Prima guerra di indipendenza e nel mezzo ci sono le origini di Vigevano fondata dai Longobardi e raggiungendo il massimo splendore grazie a Luchino Visconti e Ludovico Sforzadetto il Moro. Nel corso della storia di acqua ne è passata tantissima e si è intrecciata con diritti di sfruttamento aureo, riserve di caccia, riserve di pesca, discariche autorizzate e concessioni di estrazione inerti. Tutte storie normali di sfruttamento della natura fino alla fine degli anni sessanta con i primi tentativi di tutela per arrivare agli anni settanta coi primi tentativi di proteggere l’intero percorso Italiano con la costituzione di Due Parchi Regionali. Il 9 gennaio 1974 prende forma a tutela della sponda Lombarda il Parco Lombardo della Valle del Ticino e per la sponda piemontese il 21 agosto 1978 il Parco piemontese della valle del Ticino iniziando così a concretizzare la tutela della Risorsa Ticino regolando e intraprendendo attività divulgative e di protezione raggiungendo nel Novembre del 2002 il riconoscimento di “Riserva della Biosfera” da parte dell’ UNESCO.
Con la geografia si impara a conoscere la reale importanza del Ticino che alimentando il lago Maggiore è regolato dalla Diga della Miorina presso Sesto Calende gestita dal Consorzio del Ticino, grazie alla copiosità delle sue acque ha grande importanza per l’irrigazione gestita dai consorzi Est Ticino Villoresi e EstSesia.it ed è un’importante fonte di energia elettrica. Se infatti, fra gli affluenti del Po, occupa solo il 4º posto per lunghezza dopo Adda, Oglio e Tanaro, ed il 3º per superficie di bacino dopo Tanaro e Adda, è però di gran lunga quello più ricco d’acque in ogni stagione, sia come portata media alla foce (ben 350 m³/s), sia come portata minima (54 m³/s in estate), sia come portata massima (5.000 m³/s), al punto che il suo contributo idrico ed il suo regime sono assolutamente determinanti per il Po, rappresentandone da metà ad 1/5 della portata. In territorio italiano alimenta vari canali artificiali, tra cui il Naviglio Grande che fin dall’epoca medioevale ha avuto grande importanza per i trasporti, oggi non è usato per i trasporti ma per la produzione elettrica, con il Canale Industriale, a cui è collegato, permette il funzionamento di varie centrali idro e termoelettriche garantendo circa il 30% del fabbisogno energetico lombardo. Per gli usi irrigui il Ticino alimenta, tra gli altri, ilCanale Regina Elena nella parte piemontese e il Canale Villoresi nella parte lombarda. Altro canale del Ticino, che a dispetto delle ridotte dimensioni, ha avuto rilevanza economica per l’Alto Milanese è la Gora Molinara, che come dice il nome azionava diversi mulini lungo il suo corso. Alla fine del 2005 viene costituita la società consortile Navigli Lombardi per gestire il destino dei Navigli Lombardi, il dedalo di canali e affluenti diventano mete delle girate prima in bici, passando al motorino si allarga il raggio d’azione e nel finire alla moto si esplorano praticamente moltissimi angoli suggestivi dal lago Maggiore al Po passando dai molti Canali e Rogge e Fontanili completando lo scenario idrico della valle del Ticino comprendendo e apprezzando il supporto vitale che offre il Fiume Azzurro.Tutte le acque sono sottoposte a regime delle varie riserve di pesca limitando le zone in base alla licenza che si sottoscrive ma essendo residente a vigevano si gode del diritto di pesca nelle acque del Ticino nel territorio Comunale senza esborso alle varie riserve e scegliere il posto di pesca a piacimento. Sfruttando questo favore nel corso degli anni ho praticamente provato a pescare in tutti gli anfratti imparando a conoscere rimanendo affascinato dai diversi movimenti dell’acqua mai uguali e caratteristici tra le varie zone. I colori e le trasparenze nel variare delle stagioni prendono consistenza, si provano forti emozioni disturbate dai frequenti passaggi delle più svariate imbarcazioni a motore. Specializzato nella pesca dell’alborella nel corso degli anni è sempre più difficile trovare chi ha il piacere di ricevere le abbondanti pescate. Ne consegue una ridotta presenza fino alla svolta conversione alla barca iniziando la navigazione con base alla iala e navigando dal ponte sul ticino di Vigevano che rinforzato dopo le alluvioni del 2000 non permette il passaggio se non nei momenti di piena, fino al ponte di barche di Bereguardo. Scivolando sulle acque si continua ad ammirare la natura godendo del silenzio interrotto solo dagli uccelli e dallo sciabordio dell’acqua, trovando rinfresco dalla canicola estiva. Navigando sul Ticino è facile imbattersi in qualche cercatore d’Oro, infatti è possibile trovarne piccole pagliuzze setacciando la sabbia del fiume con i giusti attrezzi. Nel 1997 il Ticino è stato sede dell”edizione del Campionato Mondiale di ricerca dell’oro. Ma il vero oro sono le piccole e grandi sensazioni che offre, non resta che programmare la prossima girata sorseggiando Mojto sperando il ripetersi di questo tramonto.
La storia riparte con l’inaspettata aggiugicazione della gestione del “Parco Robinson” che unisce professione e passione in un connubio che potrebbe sfociare in qualcosa di bello….